San Pietroburgo, notti bianche
(di Scott Wallace)
Anche, e forse soprattutto, d’estate San Pietroburgo, la metropoli rivale di Mosca nel ruolo di capitale delle Russie (e tutelata dall’Unesco come sito Patrimonio dell’umanità), mostra tutto il suo fascino imperiale e si riaffaccia con grande vitalità sulla scena mondiale, tra qualche ombra e molte luci.
Siamo lontani anni luce dall’ultima volta che sono stato qui. Allora, era la metà degli anni Novanta, San Pietroburgo aveva appena cominciato a scrollarsi di dosso i sette decenni della sovietica Leningrado. Ogni cosa sembrava avvolta di grigio, come se la città intera fosse stata immersa nella naftalina. Il malaffare banchettava sulla carcassa della defunta Urss; la paura aveva imposto di notte, sulla città, un coprifuoco di fatto.
Quella lontana visita mi aveva spinto a chiedermi se la Russia sarebbe mai riuscita a rimettersi in piedi oppure sarebbe rimasta, come sosteneva un filosofo russo mio amico, «Uno specchio oscuro per l’Occidente». Una dozzina d’anni di prosperità crescente hanno portato nuovo vigore a quella San Pietroburgo che fu fondata il 27 maggio 1703 per divenire la nuova capitale della Russia zarista. I restauri iniziati in vista del trecentesimo anniversario continuano tuttora, con importanti progetti in piena realizzazione. Le catene alberghiere occidentali fanno la fila per realizzare nuovi avamposti dell’opulenza a un tiro di schioppo dall’Ermitage e le navi da crociera in arrivo da Helsinki e Stoccolma riversano turisti sui moli e in tutta la città.
Dopo un secolo tumultuoso di rivoluzione e guerra fredda, San Pietroburgo è tornata sulla scena mondiale? La città, una volta famosa in tutta Europa per i suoi palazzi e le opere d’arte, è pronta di nuovo per le luci della ribalta? Se il senso di sicurezza è un buon indicatore, i segnali sono positivi: è già notte quando esco e le strade sono ancora animatissime.
«Dai, balla con noi!» mi urla un giovane al di sopra del pulsare della musica. Tirandomi per il gomito mi conduce in mezzo a un gruppo di persone che si agitano: siamo al Purga 1, night club di San Pietroburgo ricavato in una cantina lungo la Fontanka, a poca distanza dalla prospettiva Nevskij. Imbarazzato, in jeans e scarponcini, finisco sulla pista tra coppie con cappelli da Babbo Natale e orecchie da coniglio in un mulinare di luci e con lampadine rosse e verdi che lampeggiano su abeti di plastica.
Ma non è Natale. Siamo all’inizio dell’estate, la stagione delle notti bianche quando il sole quasi non tramonta. È il momento in cui gli abitanti di San Pietroburgo si scrollano di dosso l’infinito crepuscolo invernale e fanno festa. E in questo locale si (ri)festeggia il capodanno ogni sera. «Desjat, devjat, vosem, sem…» urla la compagnia. So quel tanto che basta di russo per unirmi al conto alla rovescia. «Dieci, nove, otto, sette…»: quando l’orologio batte mezzanotte, nuvole di coriandoli piovono dal soffitto e saltano i tappi di champagne. «Ai nuovi amici!» urla con entusiasmo il mio ospite, Sergeij Kudrjasov, 25 anni e webdesigner mentre brinda facendo tintinnare i bicchieri con Irina Nabok, una brunetta che studia drammaturgia, con le orecchie da coniglio che le ricadono sugli occhi.
Mi hanno invitato al tavolo per condividere la loro passione per San Pietroburgo. «Un luogo mistico», attacca Sergeij. «Una città magica, come nessun’altra in Russia», aggiunge Irina con lo sguardo incantato. Lancia un sorriso a Sergeij e aggiunge: «Specialmente ora, con le notti bianche. Diventa la città dell’amore». Nadja, una cameriera poco più che ventenne, prende in nostri ordini e commenta, in buon inglese, superando il frastuono della musica: «San Pietroburgo è la città più europea di tutta la Russia». È una conversazione quasi urlata al di sopra di una lambada brasiliana, ma mi distraggo quando un volto vagamente famigliare campeggia improvvisamente sullo schermo alle spalle di Nadja. È un’immagine in bianco e nero di Leonid Breznev, leader dell’Unione Sovietica fra il 1964 e il 1982, mentre parla a una nazione che non esiste più. «È un vecchio discorso di capodanno al popolo», dice Nadja, ridendo. «Fa parte delle nostre celebrazioni notturne».
Fonte TouringMagazine.ithttp://www.touringmagazine.it/articolo/374/San-Pietroburgo%2C-notti-bianche?